Le Journal de la Maison – dicembre 2016

“Sono nata nel 18° arrondissement di Parigi e non me ne sono mai andata”, dice Delphine. È stato il forte attaccamento al suo ‘Village’ di Montmartre a farle desiderare di investire lì e di stabilirsi con il suo compagno Maxime. Delphine si dedica con passione a tutto ciò che fa. Ha deciso di acquistare questa combinazione di due monolocali fatiscenti e mal disposti dopo una prima e unica visita. “Bisognava ripensare tutto, e questo colpo di fulmine ha comportato molti mesi di lavoro. Ma la pace e la tranquillità, la vista sui tetti e sul leggendario Moulin de la Galette ne sono valsi la pena”. Delphine e Maxime si sono rivolti all’architetto Nissim Haguenauer (architettura della Gare du Nord). Il trio ha subito concordato di rispettare il carattere classico del luogo adattandolo allo stile di vita di una coppia moderna. È stato necessario riprogettare l’intero spazio e abbattere otto pareti. “Volevo mantenere la spaziosità, per questo ci sono due aree di quaranta metri quadrati. Una è dedicata al ricevimento, l’altra alla privacy. L’architetto ha immaginato lo spazio come una lussuosa suite d’albergo”, spiega. Per l’arredamento, Delphine è rimasta fedele al mondo del suo marchio di gioielli brasiliano Hipanema. “Mi piace andare a caccia di occasioni e mescolare i generi, e niente è più prezioso per me dei pezzi che porto con me dai miei viaggi. Collane di conchiglie dall’Indonesia, coltelli di turchese dall’Arizona, un trono indiano”. Maxime, più sobrio, ama gli oggetti in stile industriale, scandinavo e anni Cinquanta, e Delphine ha dovuto lottare duramente per imporre le sue lampade da terra Jansen. Ma le argomentazioni di Delphine hanno avuto la meglio e ci hanno sedotto per tutta la durata della visita.

“Un tocco esotico. Doccia aperta rifinita in cemento cerato da Marius Aurenti, rubinetteria Grohe, pavimento in ceramica Wow. Poltrona su misura disegnata in India, mappamondo a farfalla acquistato da Ghislam Antiques a Saint-Ouen”.